Come cambiano le relazioni all’interno della famiglia – D.ssa Ivana Chicconi – temi della serata

Per il ciclo “Affrontiamo l’Alzheimer senza paure”, organizzato dall’Associazione “Non ti Scordar di Me” nella sede di Schivenoglia (MN), è stata tenuta nel terzo incontro di mercoledì 21 maggio 2014 la relazione della psicologa e psicoterapeuta D.ssa Ivana Chicconi, avente per titolo “Come cambiano le relazioni all’interno della famiglia” e per sottotitolo “Lo stress del caregiver”.

E’ stato come essersi trovati coinvolti in un viaggio di cui la relatrice ha tracciato l’itinerario e durante il quale ha fatto da guida cogliendo con particolare capacità di coinvolgimento tutti quegli aspetti emotivo-sentimentali che prova ogni familiare di un malato di tipo Alzheimer.

La partenza. Quando colpisce, questa malattia provoca due vittime: la prima è il malato, la seconda è il familiare (caregiver) che lo assiste protraendo un impegno costante che  può metterlo a dura prova.

Ci si può far aiutare dal questionario CBI, uno strumento di valutazione del carico assistenziale per caregiver, che, in base al punteggio totalizzato, offre l’indicazione di quale livello abbia raggiunto “ il carico” del caregiver, segnalandogli nel contempo  il suo rischio di esposizione allo stress.

Le insidie. E’ molto importante, quindi, essere coscienti e sapere che il percorso intrapreso presenta numerose insidie che, innescate nel caregiver, riversano inevitabilmente le loro conseguenze negative su tutta la famiglia perché mettono in crisi gli equilibri stabiliti nelle relazioni tra i diversi componenti.

Emozioni tipo depressione, rabbia, solitudine, angoscia e senso di colpa; oppure assunzione di nuovi ruoli quali “diventare genitore del proprio coniuge-bambino o dei propri genitori” e “fare lutto per la persona cara che non è più la stessa”, sono fattori che facilmente intaccano e destabilizzano l’asset famigliare oltre che l’equilibrio personale.

Consigli utili. Dobbiamo ricordarci che per la nostra macchina è indispensabile la benzina ed è quindi necessario fare rifornimento appena vediamo accendersi la spia della riserva.

Ci si può fornire al “self service”: prendendosi cura di sé perché si è importanti, accettando i propri limiti, conoscendo la malattia, ascoltandosi nella fatica, non isolandosi. Ma è altrettanto utile un “rifornimento servito” dal dialogo con gli altri, dall’aiuto di amici o di esperti o dei servizi esterni  a disposizione.

Programmazione e durata. Il viaggio con l’Alzheimer comincia quasi sempre improvvisamente, al comparire della malattia, e ci coinvolge lungo tutto il suo divenire: per questo  non è prevedibile una durata.

Di fronte a tale prospettiva spetta a noi fare il possibile per renderlo il meno pesante, difficile e imprevedibile, facendo sì che possa diventare un’esperienza umana quanto più positiva.

Ce lo richiede la responsabilità che abbiamo verso noi stessi e verso gli altri: prima fra tutti la nostra famiglia.

Dott.ssa Ivana Chicconi - Non ti Scordar di Me

 

 

 

 

 

Dott.ssa Ivana Chicconi - Non ti Scordar di Me - Alzheimer