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Fatica e soddisfazione nella relazione di cura col famigliare malato – d.ssa Ivana Chicconi psicologa e psicoterapeuta

20 Maggio 2015 - orario: 17:00 - 18:30

- Gratuito
  • Terzo incontro del programma “AFFRONTIAMO L’ ALZHEIMER”senza paure 2, organizzato dall’Associazione Onlus Non ti Scordar di Me.

    L’incontro si tiene in Via Garibaldi 25 a Schivenoglia (R.S.A. Fond. Scarpari Forattini) dalle ore 17,00 alle 18,30 a partecipazione libera e gratuita.

    L’incontro con tema “Fatica e soddisfazione nella relazione di cura col familiare malato”,  verrà condotto dalla  d.ssa Ivana Chicconi psicologa e psicoterapeuta.

    Per informazioni chiamare il 3801770530. Si può richiedere per tempo la presenza gratuita di  operatori qualificati ad assistere, durante gli incontri, gli ammalati di Alzheimer portati dai loro familiari.

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  • “AFFRONTIAMO L’ALZHEIMER” senza paure 2
    Mercoledì 20 maggio 2015 – “Fatica e soddisfazione nella relazione di cura col familiare malato”

    D.ssa Ivana Chicconi psicologa e psicoterapeuta

    La fatica che comporta lo stare accanto ad un malato di Alzheimer è l’aspetto che normalmente cattura chi si trova in tale condizione e rappresenta quasi la cartina tornasole per descrivere questo tipo di malattia. Oggi la d.ssa Chicconi ha inteso provocare la nostra attenzione, quasi lanciare una sfida, affermando che, accanto alla fatica, ci può essere anche la soddisfazione.

    E’ necessario però richiamare, anche se molto rapidamente, alcuni assunti che stanno alla base di questa ricerca fatta assieme.

    Le vittime sono due: il malato che subisce la malattia ed il familiare che ne sopporta il carico assistenziale.

    Non siamo soli, ci sono altri attorno a noi che ci possono aiutare a condividere il nostro “peso”.

    Il cambiamento che porta questa malattia coinvolge tutta la famiglia, ai cui membri è richiesto di stabilire un nuovo equilibrio.

    Prendersi cura del malato di Alzheimer richiede innanzitutto di prestare cura e attenzione a se stessi per non soccombere alle difficoltà sempre latenti, quali: depressione, angoscia, senso di colpa, rabbia, imbarazzo, solitudine, ecc.

    Quali soddisfazioni cercare allora lungo il viaggio in compagnia del nostro caro malato?

    Prima ricordiamo i significati che può avere la parola soddisfazione: esaudire o accogliere una richiesta; contentare, appagare; adempire, compiere (un dovere); contentezza per un buon risultato, gioia, piacere. Il soccorso dagli aiuti esterni offerti dall’Asl, dalla R.S.A. aperta, dalla legge 104/96, dalla Associazione “Non ti scordar di me”, ecc. Ma abbiamo a disposizione anche altre risorse quali: le cure mediche e farmacologiche, la famiglia e gli amici, la spiritualità per chi è credente.

    Da ognuna di queste possiamo trarre risposte e soddisfazione ai nostri bisogni di natura pratica, di gestione delle varie situazioni quotidiane, ma anche di natura psicologica per tenere sotto controllo il nostro carico emotivo ed evitare di “scoppiare”.

    Arriviamo ad accorgerci che la qualità della cura che prestiamo al nostro caro dipende molto dall’attenzione che sappiamo rivolgere a noi stessi cominciando ad apprezzare e valorizzare piccole cose, quali brevi pause temporali, in cui ritagliarsi un po’ di tempo per “staccare”.

    Le emozioni che proviamo diventano più facilmente controllabili e ci sentiamo più capaci di affrontare le situazioni che si succedono.

    Sul piano spirituale si aprono sensazioni impreviste che possono incidere sul nostro rapporto con il familiare malato e farci recuperare sensibilità sopite o inespresse.

    Nel “cestino” delle soddisfazioni possono dunque starci tutte le emozioni legate ad un sorriso, o a quell’espressione che soltanto noi abbiamo colto su quel viso “apparentemente” vuoto, o al cambiamento nell’alimentazione che oggi ci fa credere che le cose stanno certamente migliorando, oppure alla frase balbettata a mala pena ma che ci rassicura che lui/lei “è presente”, o…

    Alla fine, comunque, la vera grande soddisfazione che ci fa accettare e superare tutto è che sentiamo fortemente di volere un gran bene al nostro caro e sentiamo di essere ricambiati “a modo suo”.

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Luogo

RSA Scarpari
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